Nei manuali scolastici di storia in uso da tempo in Italia ed anche all'estero, nella maggior parte dei libri, dei giornali, delle riviste, delle radio, delle televisioni, in internet ed insomma in tutti i mass media ossequiosi al regime globale attuale, il Capitalismo, il Colonialismo, l'Imperialismo, sono trattati come fenomeni ormai "storicizzati", cioè ormai obsoleti, desueti, passati di moda, roba del passato, quasi come se non esistessero più o fossero comunque "marginali" nel mondo "moderno".
Niente di più falso!
In contraddizione apparente con i principi umanitari sbandierati dappertutto specie con le sue televisioni, quando gli è servito e gli serve, il regime del "Nuovo Ordine Mondiale", attualmente imperante ed egemone a livello mondiale, ci ha ultimamente sbattutto in faccia che i cannibali esistono ancora; ed anzi, proprio creando organizzazioni come Al Nusra, Al Qaeda, Isis, Boco Haram, etc. li ha evocati dal suo abisso di barbarie, dove li teneva nascosti, per agitarceli davanti agli occhi e con essi minacciarci assieme a tutto il resto del genere umano, qualora non gli si obbedisse come dipendenti, come servi, come schiavi, "usque ad sanguinem", "usque ac cadaver"!
Ovvero, dobbiamo vigilare e reagire adeguatamente o il potere malvagio della attuale tirannide massonica, ebraica rothschildiana, adesso, come sempre, pur di dominarci sarà pronto a qualsiasi menzogna, a qualsiasi violenza, a qualsiasi delitto!
In particolare, il sedicente e falso "Museo di Antropologia Criminale 'Lombroso'" di Torino è dunque uno degli strumenti mediatici con cui l'attuale regime tirannico massonico ebraico rothschildiano globale esprime nella sua prediletta città di Torino il concetto che la barbarie è per esso uno strumento legittimo, istituzionale e "normale" di dominio e condizionamento ideologico e culturale con cui far capire ai suoi sudditi, in Italia e nel mondo, anzitutto che è esso il più forte che comanda!... e poi per spiegare che esso comanda, bontà sua, per il nostro bene, visto che:
- da una parte, esitono razze inferiori, che devono solo obbedire!... e sono tutte quelle degli altri, ossia della "gente" di tutto il resto dell'umanità; tra cui in particolare esiste la razza del popolo dell'Italia del Sud che in Italia è... al fondo di tutte,... salvo che, al suo interno, vi è la razza calabrese che è addirittura il peggio del peggio anche della razza meridionale,
- e dall'altra parte, esiste una sola razza superiore a tutte le altre, che... deve... comandare, e che è, ovviamente, la razza dominante di questo attuale regime tirannico globale,... e cioè la razza ebraica degli dei, signori e padroni del mondo,... che è anche la stessa razza a cui apparteneva in vita ed appartiene anche in morte quel che rimane di Marco Ezechia Lombroso, autonominatosi "Cesare".
Infatti, proprio in omaggio a questi concetti sopraesposti, ecco che nel sedicente e falso Museo Lombroso di Torino:
- proprio all'inizio di esso, in piedi, dentro una grande teca di cristallo, fatta apposta per lui, vi accoglie, simbolicamente ancora adesso come "dominus" ovvero signore e padrone di casa del suo "museo" mausoleo... proprio lo scheletro intero dell'ebreo Marco Ezechia Lombroso detto "Cesare"... "studioso", "scienziato" e "professore universitario" di fama mondiale, sui cui testi di "antropologia criminale" si studia ancora adesso in tutte le polizie di tutti gli stati dell'attuale tirannico, razzista e suprematista regime globale massonico, ebraico, rothschildiano.
- proprio al centro di esso, invece, appoggiata su una tavoletta, dentro una piccola teca di vetro, fatta apposta per esso, si può vedere materialmente ancora adesso come "esempio di criminale per eccellenza",... il cranio... del calabrese Giuseppe Villella, privato della calotta cranica, segata via perché se ne potesse ammirare la "terza fossetta occipitale", "classico indizio scimmiesco" di "atavismo criminale"!
In sostanza proprio il cranio del... calabrese... Giuseppe Villella,... tra i mille tra italiani e stranieri del suddetto macabro ed osceno "museo" massonico ebraico rothschildiano, viene riportato e classificato, in infinite pubblicazioni in tutta Italia ed in tutto il mondo, in tutte le lingue in tutto il resto dellumanità, come il più "brigante", "ladro", "violento". "mentitore", "primitivo", "animalesco", "abominevole", "abietto", etc. di tutti;... ed insomma un essere decisamente... "inferiore"... "per eccellenza",... per ereditarietà, ovvero per nascita,... con cui il meglio che si poteva fare, non era altro che ficcarlo subito in galera senza tante storie e farcelo crepare al più presto;... come in effetti fu fatto in pochi mesi nel 1872, nel carcere di Pavia, sotto la costante ed ossessiva supervisione del "luminare" Marco Ezechia Lombroso detto "Cesare"; il quale, non appena il povero malcapitato Giuseppe Villella... morì,... gli fece subito... l'autopsia per motivi ... di studio; ovvero: ne fece a pezzi il cadavere, ed in particolare ne tagliò via la testa a cui segò ed asportò la calotta cranica, e fece di detta povera testa martoriata il principale trofeo "scientifico"del suo personale Museo di Antropologia Criminale, che, per suo volere testamentario, diventò anche il suo vero e proprio mausoleo funerario.
Il suddetto e cosiddetto "museo", tra l'altro, fu situato a suo tempo presso l'obitorio comunale di Torino; chiuso d'autorità nel 1938; riaperto d'autorità el 1947; e finalmente nel 2009 "aperto anche al pubblico", dopo che era stato trasferito ed installato in gran pompa in luogo più "consono", con spesa pubblica di 10 milioni di euro, all'interno di un edificio della facoltà di medicina di Torino!
Infatti, proprio in omaggio a questi concetti sopraesposti, ecco che nel sedicente e falso Museo Lombroso di Torino:
- proprio all'inizio di esso, in piedi, dentro una grande teca di cristallo, fatta apposta per lui, vi accoglie, simbolicamente ancora adesso come "dominus" ovvero signore e padrone di casa del suo "museo" mausoleo... proprio lo scheletro intero dell'ebreo Marco Ezechia Lombroso detto "Cesare"... "studioso", "scienziato" e "professore universitario" di fama mondiale, sui cui testi di "antropologia criminale" si studia ancora adesso in tutte le polizie di tutti gli stati dell'attuale tirannico, razzista e suprematista regime globale massonico, ebraico, rothschildiano.
- proprio al centro di esso, invece, appoggiata su una tavoletta, dentro una piccola teca di vetro, fatta apposta per esso, si può vedere materialmente ancora adesso come "esempio di criminale per eccellenza",... il cranio... del calabrese Giuseppe Villella, privato della calotta cranica, segata via perché se ne potesse ammirare la "terza fossetta occipitale", "classico indizio scimmiesco" di "atavismo criminale"!
In sostanza proprio il cranio del... calabrese... Giuseppe Villella,... tra i mille tra italiani e stranieri del suddetto macabro ed osceno "museo" massonico ebraico rothschildiano, viene riportato e classificato, in infinite pubblicazioni in tutta Italia ed in tutto il mondo, in tutte le lingue in tutto il resto dellumanità, come il più "brigante", "ladro", "violento". "mentitore", "primitivo", "animalesco", "abominevole", "abietto", etc. di tutti;... ed insomma un essere decisamente... "inferiore"... "per eccellenza",... per ereditarietà, ovvero per nascita,... con cui il meglio che si poteva fare, non era altro che ficcarlo subito in galera senza tante storie e farcelo crepare al più presto;... come in effetti fu fatto in pochi mesi nel 1872, nel carcere di Pavia, sotto la costante ed ossessiva supervisione del "luminare" Marco Ezechia Lombroso detto "Cesare"; il quale, non appena il povero malcapitato Giuseppe Villella... morì,... gli fece subito... l'autopsia per motivi ... di studio; ovvero: ne fece a pezzi il cadavere, ed in particolare ne tagliò via la testa a cui segò ed asportò la calotta cranica, e fece di detta povera testa martoriata il principale trofeo "scientifico"del suo personale Museo di Antropologia Criminale, che, per suo volere testamentario, diventò anche il suo vero e proprio mausoleo funerario.
Il suddetto e cosiddetto "museo", tra l'altro, fu situato a suo tempo presso l'obitorio comunale di Torino; chiuso d'autorità nel 1938; riaperto d'autorità el 1947; e finalmente nel 2009 "aperto anche al pubblico", dopo che era stato trasferito ed installato in gran pompa in luogo più "consono", con spesa pubblica di 10 milioni di euro, all'interno di un edificio della facoltà di medicina di Torino!
A presente, una parte dell'attuale ambiente accademico torinese, a cui appartenne a suo tempo il defunto "professore universitario" Marco Ezechia Lombroso detto "Cesare", ancora adesso, e perfino contro il verdetto di un tribunale di questa attuale sedicente "repubblica" massonica, ebraica, rothschildiana vigente in Italia, si oppone alla restituzione ovviamente e sempre "in nome della scienza".
Nel frattempo, anche nel resto mondo fuori d'Italia, come attestato dagli articoli che riportiamo sotto, pullulano le iniziative perfino internazionali, per la restituzione delle spoglie e delle reliquie di ciascun popolo e di ciascuna etnia che l'imperialsmo coloniale e capitalista ha barbaramente saccheggiato in tutto il mondo per riempire i suoi sedicenti "musei" con prove e trofei che attestassero la sua grande "scienza", la sua atissima superiorità ed il suo immenso potere.
Nel frattempo, anche nel resto mondo fuori d'Italia, come attestato dagli articoli che riportiamo sotto, pullulano le iniziative perfino internazionali, per la restituzione delle spoglie e delle reliquie di ciascun popolo e di ciascuna etnia che l'imperialsmo coloniale e capitalista ha barbaramente saccheggiato in tutto il mondo per riempire i suoi sedicenti "musei" con prove e trofei che attestassero la sua grande "scienza", la sua atissima superiorità ed il suo immenso potere.
Il teschio di Giuseppe Villella, persona in realtà del tutto innocente, vittima di un vero e proprio intrigo giudiziario, e martire di uomini malvagi e criminali al servizio di un regime massonico, ebraico, rothschildiano, tirannico, crudele e brutale; calunniato, perseguitato, fatto morire in prigione e poi infine esposto al pubblico ludibrio diretto ed indiretto di tutto il mondo per più di un secolo,... deve essere immediatamente reso ai suoi attuali parenti a Motta Santa Lucia in provincia di Catanzaro! per avere onorata sepoltura in Calabria nel seno della sua splendida terra di Calabria, al centro di quel mitico, favoloso Mare Mediterraneo che fu culla, tempio e faro di una delle più alte, se non della più alta civiltà mondiale!... e nell'abbraccio ideale di quel suo Popolo Calabrese, Duosiciliano ed Italiano per eccellenza che in migliaia di anni della sua storia sia pure piccolo di numero saputo essere forte di animo, fiero, indomito e valoroso fino all'incredibile, e magnifico di intelligenzaal punto ad aver saputo dire e dare al resto dell'umanità prove, esempi e lezioni di civiltà come pochissimi altri popoli al mondo.
Per quanto riguarda invece l'obbrobrioso, barbaro, razzista e criminale, cosiddetto e sedicente "Museo Lombroso", esso va chiuso una volta per tutte!
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AAA Massima diffusione pregasi
Héctor Sanguiliano, amico del Comitato No Lombroso ci comunica il 12 giugno 2015 che:
Oggetto: Argentina ha chiesto al Museo dell'Uomo di Parigi di restituire alla comunità Mapuche-Tehuelche di Chubut i resti del cacicco Sakamata-Liempichum, esposti in quel luogo, dopo che uno "studioso" francese profanò la sua tomba nel 1896.
Héctor Sanguiliano, amico del Comitato No Lombroso ci comunica il 12 giugno 2015 che:
Oggetto: Argentina ha chiesto al Museo dell'Uomo di Parigi di restituire alla comunità Mapuche-Tehuelche di Chubut i resti del cacicco Sakamata-Liempichum, esposti in quel luogo, dopo che uno "studioso" francese profanò la sua tomba nel 1896.
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Sábado 13 JUN 2015
PATAGONIA
La increíble historia de los restos del cacique tehuelche
Viernes 12 Jun 2015 - 16:17
Argentina pedirá al museo del Hombre de París que restituya a las comunidades Tehuelche-Mapuche de Chubut los restos del cacique Sakamata-Liempichum, exhibidos en ese lugar luego de que un conde francés profanara su tumba en 1896.
Miembros de las comunidades Tehuelche - Mapuche de Chubut, con el apoyo del gobierno provincial -por intermedio de la Dirección General de Derechos Humanos de la Cancillería argentina solicitarán a las autoridades del "Musée de l'Homme" de Paris, Francia, la restitución de los restos del cacique Liempichum, que se encuentra entre sus colecciones y estuvo en exhibición hasta el 2009.
Fernando Miguel Pepe, coordinador del colectivo de antropólogos GUIAS, explicó a Télam que "desde el colectivo GUIAS venimos coordinando desde hace ya tres años con los descendientes directos del cacique y diferentes organismos estatales, entre ellos el Instituto Nacional de Asuntos Indígenas -INAI- la tramitación del pedido de restitución al Museo del Hombre de París, cuyas autoridades ya habrían manifestado su voluntad de restitución".
El Museo del Hombre de París es un conocido museo antropológico que pretende mostrar al hombre en su evolución, diversidad y riqueza cultural, pero, por ejemplo, exhibió también hasta 1974 los restos de Sara Baartman, conocida como La Venus Hotentote, una mujer de una étnica africana que había sido llevada como esclava a Europa para ser exhibida en espectáculos de tipo circense.
"El esqueleto del cacique Sakamata Liempichun fue llevado al museo por el Conde Henry de la Vaulx en 1896, quien profanó su tumba, entre otras, ganándose así una condena a muerte por parte de las comunidades", detalló Pepe.Remarcó que De la Vaulx "pudo escapar llevándose el esqueleto, y su ajuar funerario compuesto por un bozal, estribo, pendientes y monedas todo de plata, a Francia".
De la Vaulx recorrió la Patagonia a fines del siglo XIX y posteriormente regresó a Francia con una treintena de cajas que contenían esqueletos, cráneos humanos, joyas de plata, alfarería y numerosas fotografías que luego también expuso en su país.
"En primer lugar nos contactamos con los descendientes tanto del lof (comunidad) Limpichum como con los descendientes de Casamata, todos de Chubut, quienes acordaron enterrar los restos en el lof ancestral de colonia Sarmiento, de donde nunca tendrían que haber salido", sostuvo Pepe en diálogo con esta agencia.El antropólogo remarcó que para esa comunidad "es una herida abierta y para el Estado una deuda pendiente" que GUIAS está "ayudando a saldar con verdad, memoria y justicia".
"Nosotros contamos con el compromiso de la Dirección General de Derechos Humanos de la Cancillería argentina, con la cual hemos coordinado ya dos restituciones a Paraguay, una desde Argentina y la otra desde Alemania, y estamos trabajando con la secretaria una restitución desde el Museo de La Plata a las comunidades Yaganes de Chile", destacó.Los descendientes directos del cacique Sakamata aguardan con gran expectativa en colonia Sarmiento, en el límite entre Chubut, Santa Cruz y Chile, que los restos lleguen y puedan enterrarlo como prevé su pueblo, respetando la noche de vigilia y el rito de enterramiento al amanecer que incluye rogativas y cantos que, alrededor de un fuego sagrado, recuerden al cacique y su historia.
Pepe recordó que el 10 de diciembre del año pasado, en el marco de la restitución del cacique Inakayal a Tecka, el gobernador de Chubut, Martín Buzzi, se comprometió con "a dar curso a la primera restitución internacional en que la provincia estará involucrada".
"En Chubut realizamos con esta gestión dos restituciones: la primera en Gaiman en el 2013 y la segunda la de la familia de Inakayal en el 2014", agregó.
"Todas estas restituciones realizadas nos dan la esperanza de poder finalmente realizar esta nueva reparación a la memoria de nuestras comunidades originarias", concluyó.Telam
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11 de junio de 2015 . 15:50 pm
SAKAMATA-LIEMPICHUM
La Argentina pedirá la restitución de los restos de un cacique tehuelche-mapuche exhibido en el “Musée de l’Homme” en París
Nuestro país pedirá al museo del Hombre de París que restituya a las comunidades Tehuelche-Mapuche de la provincia de Chubut los restos del cacique , exhibidos en ese lugar luego de que un conde francés profanara su tumba en 1896.
Miembros de las comunidades Tehuelche – Mapuche de Chubut, con el apoyo del gobierno provincial -por intermedio de la Dirección General de Derechos Humanos de la Cancillería argentina solicitarán a las autoridades del “Musée de l’Homme” de Paris, Francia, la restitución de los restos del cacique Liempichum, que se encuentra entre sus colecciones y estuvo en exhibición hasta el 2009.
Fernando Miguel Pepe, coordinador del colectivo de antropólogos GUIAS, explicó a Télam que “desde el colectivo GUIAS venimos coordinando desde hace ya tres años con los descendientes directos del cacique y diferentes organismos estatales, entre ellos el Instituto Nacional de Asuntos Indígenas -INAI- la tramitación del pedido de restitución al Museo del Hombre de París, cuyas autoridades ya habrían manifestado su voluntad de restitución”.
El Museo del Hombre de París es un conocido museo antropológico que pretende mostrar al hombre en su evolución, diversidad y riqueza cultural, pero, por ejemplo, exhibió también hasta 1974 los restos de Sara Baartman, conocida como La Venus Hotentote, una mujer de una étnica africana que había sido llevada como esclava a Europa para ser exhibida en espectáculos de tipo circense.
“El esqueleto del cacique Sakamata Liempichun fue llevado al museo por el Conde Henry de la Vaulx en 1896, quien profanó su tumba, entre otras, ganándose así una condena a muerte por parte de las comunidades”, detalló Pepe.
Remarcó que De la Vaulx “pudo escapar llevándose el esqueleto, y su ajuar funerario compuesto por un bozal, estribo, pendientes y monedas todo de plata, a Francia”.
De la Vaulx recorrió la Patagonia a fines del siglo XIX y posteriormente regresó a Francia con una treintena de cajas que contenían esqueletos, cráneos humanos, joyas de plata, alfarería y numerosas fotografías que luego también expuso en su país.
“En primer lugar nos contactamos con los descendientes tanto del lof (comunidad) Limpichum como con los descendientes de Casamata, todos de Chubut, quienes acordaron enterrar los restos en el lof ancestral de colonia Sarmiento, de donde nunca tendrían que haber salido”, sostuvo Pepe en diálogo con esta agencia.
El antropólogo remarcó que para esa comunidad “es una herida abierta y para el Estado una deuda pendiente” que GUIAS está “ayudando a saldar con verdad, memoria y justicia”.
“Nosotros contamos con el compromiso de la Dirección General de Derechos Humanos de la Cancillería argentina, con la cual hemos coordinado ya dos restituciones a Paraguay, una desde Argentina y la otra desde Alemania, y estamos trabajando con la secretaria una restitución desde el Museo de La Plata a las comunidades Yaganes de Chile”, destacó.
Los descendientes directos del cacique Sakamata aguardan con gran expectativa en colonia Sarmiento, en el límite entre Chubut, Santa Cruz y Chile, que los restos lleguen y puedan enterrarlo como prevé su pueblo, respetando la noche de vigilia y el rito de enterramiento al amanecer que incluye rogativas y cantos que, alrededor de un fuego sagrado, recuerden al cacique y su historia.
Pepe recordó que el 10 de diciembre del año pasado, en el marco de la restitución del cacique Inakayal a Tecka, el gobernador de Chubut, Martín Buzzi, se comprometió con “a dar curso a la primera restitución internacional en que la provincia estará involucrada”.
“En Chubut realizamos con esta gestión dos restituciones: la primera en Gaiman en el 2013 y la segunda la de la familia de Inakayal en el 2014″, agregó.
“Todas estas restituciones realizadas nos dan la esperanza de poder finalmente realizar esta nueva reparación a la memoria de nuestras comunidades originarias”, concluyó.
Diana López Gijsberts , Télam.
Miembros de las comunidades Tehuelche – Mapuche de Chubut, con el apoyo del gobierno provincial -por intermedio de la Dirección General de Derechos Humanos de la Cancillería argentina solicitarán a las autoridades del “Musée de l’Homme” de Paris, Francia, la restitución de los restos del cacique Liempichum, que se encuentra entre sus colecciones y estuvo en exhibición hasta el 2009.
Fernando Miguel Pepe, coordinador del colectivo de antropólogos GUIAS, explicó a Télam que “desde el colectivo GUIAS venimos coordinando desde hace ya tres años con los descendientes directos del cacique y diferentes organismos estatales, entre ellos el Instituto Nacional de Asuntos Indígenas -INAI- la tramitación del pedido de restitución al Museo del Hombre de París, cuyas autoridades ya habrían manifestado su voluntad de restitución”.
El Museo del Hombre de París es un conocido museo antropológico que pretende mostrar al hombre en su evolución, diversidad y riqueza cultural, pero, por ejemplo, exhibió también hasta 1974 los restos de Sara Baartman, conocida como La Venus Hotentote, una mujer de una étnica africana que había sido llevada como esclava a Europa para ser exhibida en espectáculos de tipo circense.
“El esqueleto del cacique Sakamata Liempichun fue llevado al museo por el Conde Henry de la Vaulx en 1896, quien profanó su tumba, entre otras, ganándose así una condena a muerte por parte de las comunidades”, detalló Pepe.
Remarcó que De la Vaulx “pudo escapar llevándose el esqueleto, y su ajuar funerario compuesto por un bozal, estribo, pendientes y monedas todo de plata, a Francia”.
De la Vaulx recorrió la Patagonia a fines del siglo XIX y posteriormente regresó a Francia con una treintena de cajas que contenían esqueletos, cráneos humanos, joyas de plata, alfarería y numerosas fotografías que luego también expuso en su país.
“En primer lugar nos contactamos con los descendientes tanto del lof (comunidad) Limpichum como con los descendientes de Casamata, todos de Chubut, quienes acordaron enterrar los restos en el lof ancestral de colonia Sarmiento, de donde nunca tendrían que haber salido”, sostuvo Pepe en diálogo con esta agencia.
El antropólogo remarcó que para esa comunidad “es una herida abierta y para el Estado una deuda pendiente” que GUIAS está “ayudando a saldar con verdad, memoria y justicia”.
“Nosotros contamos con el compromiso de la Dirección General de Derechos Humanos de la Cancillería argentina, con la cual hemos coordinado ya dos restituciones a Paraguay, una desde Argentina y la otra desde Alemania, y estamos trabajando con la secretaria una restitución desde el Museo de La Plata a las comunidades Yaganes de Chile”, destacó.
Los descendientes directos del cacique Sakamata aguardan con gran expectativa en colonia Sarmiento, en el límite entre Chubut, Santa Cruz y Chile, que los restos lleguen y puedan enterrarlo como prevé su pueblo, respetando la noche de vigilia y el rito de enterramiento al amanecer que incluye rogativas y cantos que, alrededor de un fuego sagrado, recuerden al cacique y su historia.
Pepe recordó que el 10 de diciembre del año pasado, en el marco de la restitución del cacique Inakayal a Tecka, el gobernador de Chubut, Martín Buzzi, se comprometió con “a dar curso a la primera restitución internacional en que la provincia estará involucrada”.
“En Chubut realizamos con esta gestión dos restituciones: la primera en Gaiman en el 2013 y la segunda la de la familia de Inakayal en el 2014″, agregó.
“Todas estas restituciones realizadas nos dan la esperanza de poder finalmente realizar esta nueva reparación a la memoria de nuestras comunidades originarias”, concluyó.
Diana López Gijsberts , Télam.
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Sábado 13 de Junio de 2015
ACTUALMENTE LOS RESTOS SON EXHIBIDOS EN UN MUSEO DE PARIS
Exigen que los restos del cacique Sakamata-Liempichum retornen a Chubut
Argentina pedirá al museo del Hombre de París que restituya a las comunidades Tehuelche-Mapuche de la provincia de Chubut los restos del cacique Sakamata-Liempichum, exhibidos en ese lugar luego de que un conde francés profanara su tumba en 1896.
Viernes 12 de Junio de 2015 |
Miembros de las comunidades Tehuelche - Mapuche de Chubut, con el apoyo del gobierno provincial -por intermedio de la Dirección General de Derechos Humanos de la Cancillería argentina solicitarán a las autoridades del “Musée de l’Homme” de Paris, Francia, la restitución de los restos del cacique Liempichum, que se encuentra entre sus colecciones y estuvo en exhibición hasta el 2009.
Fernando Miguel Pepe, coordinador del colectivo de antropólogos GUIAS, explicó a Télam que “desde el colectivo GUIAS venimos coordinando desde hace ya tres años con los descendientes directos del cacique y diferentes organismos estatales, entre ellos el Instituto Nacional de Asuntos Indígenas -INAI- la tramitación del pedido de restitución al Museo del Hombre de París, cuyas autoridades ya habrían manifestado su voluntad de restitución”.
Cabe señalar, que el Museo del Hombre de París es un conocido museo antropológico que pretende mostrar al hombre en su evolución, diversidad y riqueza cultural. Ahí llegó el “esqueleto del cacique Sakamata Liempichun que fue llevado al museo por el Conde Henry de la Vaulx en 1896, quien profanó su tumba, entre otras, ganándose así una condena a muerte por parte de las comunidades”, detalló Pepe.
Además de los restos del cacique De la Vaulx “pudo escapar llevándose el esqueleto, y su ajuar funerario compuesto por un bozal, estribo, pendientes y monedas todo de plata, a Francia”.
En cuanto, a la historia de la Vaulx recorrió la Patagonia a fines del siglo XIX y posteriormente regresó a Francia con una treintena de cajas que contenían esqueletos, cráneos humanos, joyas de plata, alfarería y numerosas fotografías que luego también expuso en su país.
Desde el colectivo GUIAS, Pepe señalo que el primer paso a la recuperación fue el contacto con los descendientes tanto del lof (comunidad) Limpichum como con los descendientes de Casamata, todos de Chubut, “estos acordaron enterrar los restos en el lof ancestral de colonia Sarmiento.
El antropólogo remarcó que para esa comunidad "es una herida abierta y para el Estado una deuda pendiente" que GUIAS está "ayudando a saldar con verdad, memoria y justicia".
TRAS LOS PASOS DE INACAYAL
El pasado 10 de diciembre, en el marco de la restitución del cacique Inakayal a Tecka, el gobernador de Chubut, Martín Buzzi, se comprometió con "a dar curso a la primera restitución internacional en que la provincia estará involucrada".
"En Chubut realizamos con esta gestión dos restituciones: la primera en Gaiman en el 2013 y la segunda la de la familia de Inakayal en el 2014", agregó. Y concluyó: "todas estas restituciones realizadas nos dan la esperanza de poder finalmente realizar esta nueva reparación a la memoria de nuestras comunidades originarias”.
Fuentes:
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