giovedì 5 novembre 2015

FABRIZIO RUFFO DI CALABRIA, IL CONDOTTIERO CHE PER PRIMO SCONFISSE NAPOLEONE BONAPARTE

A destra, un ritratto del Generale, Cardinale, Principe Fabrizio Ruffo di Calabria, organizzatore e comandante dell'Esercito della Santa Fede. 
A sinistra, nella carta geografica politica del tempo con l'itinerario vittorioso del glorioso Esercito della Santa Fede:... da Bagnara, in provincia di Reggio Calabria, fino a Napoli nel 1799,... alla riconquista del Regno di Napoli, contro l'Armée d'Italie,...l'esercito invasore, rivoluzionario, giacobino e massone, francese, comandato da Napoleone Bonaparte.

Il Generale Fabrizio Ruffo, fu... il primo... in Europa e nel Mondo intero,... che, nel 1799, dimostrò... praticamente,... sul campo di battaglia,... che il Generale Napoleone Bonaparte,... il "fulmine di guerra" della rivoluzione francese,... poteva essere battuto e sconfitto!... e, per l'appunto, da un esercito di popolo, certamente animato da grande coraggio e fede patriottica e religiosa!... ma soprattutto guidato da un capo, non solo fortemente determinato, ma anche ideologicamente, politicamente, militarmente ed in tutto e per tutto, all'altezza della situazione in modo eccezionalmente carismatico ed efficace, comprovato oltre ogni possibile dubbio dai suoi concreti, inoppugnabili e straordinari successi sul campo di battaglia!...


Il Generale, Cardinale, Principe Fabrizio Dionigi Ruffo di Calabria, nato in Calabria, in provincia di Cosenza, (San Lucido, 16 settembre 1744 – Napoli, 13 dicembre 1827) è il grande generale e cardinale, stratega e politico italiano, famoso per aver riorganizzato, contro l'invasione francese, le spontanee Insorgenze di Popolo nel seno del suo Movimento Sanfedista; e per aver costituito praticamente dal nulla ed aver comandato personalmente e brillantemente l'Esercito della Santa Fede, che si dimostrò  la principale arma che, per prima in Europa, con una rapidissima, travolgente e vittoriosa campagna militare nel 1799, sconfisse, proprio nell'Italia del Sud,  l'Armée d'Italie dei Francesi, retta dal quel, fino ad allora "Invincibile Condottiero Giacobino e Rivoluzionario", che era Napoleone Bonaparte, e che segnò la fine dello stato fantoccio della Repubblica Partenopea che gli invasori Francesi avevano promosso e sorretto a Napoli per i loro scopi di conquista e sfruttamento coloniale dell'Italia del Sud.

Il Ruffo, tenacemente attaccato alla Indipendenza e Libertà del suo paese e leale alla dinastia dei Borbone, radunò bande di contadini in Calabria con un proclama nel quale si proponeva di cacciare i Francesi dal Regno di Napoli e ristabilire la monarchia. Postosi alla testa di 25.000 uomini, da lui radunati ed organizzati in Esercito Regolare, si impadronì di Crotone, per poi marciare combattendo attraverso tutto il Sud d'Italia ed entrare finalmente vittorioso in Napoli nel giugno 1799.

Fabrizio Ruffo di Bagnara, detto il Cardinale Generale, prevedendo la grave spaccatura ideologica e politica che ne sarebbe derivata e che avrebbe minato sciaguratamente la futura coesione ed unità dello Stato e della Nazione Duosiciliana, si oppose generosamente fino a rischio della sua stessa persona, ma inutilmente al miope rigore mostrato dalla corte e specie al feroce e tracotante disprezzo dall'ammiraglio massone inglese Horatio Nelson, contro i massoni giacobini napoletani, il quale già allora intrigava e lavorava alacremente a porre le premesse per l'indebolimento, la disgregazione e lo smembramento del Regno delle Due Sicilie secondo le mire dei Massoni Inglesi che, pur formalmente alleati del Cattolicissimo Regno delle due Sicilie, nel contempo non si preoccupavano affatto di nascondere le loro ambizioni di penetrazione e conquista della intera Sicilia.

Quando si pensa con onestà scientifica e storica al Generale, Cardinale, Principe Fabrizio Ruffo di Calabria, si resta sempre dispiaciuti dal fatto che un personaggio, che, nel bene o nel male, fu di sicuro rilievo nella storia d’Europa e d’Italia in generale, e nella storia dell’Italia Meridionale in particolare, sia così trascurato e maltrattato dalla storiografia cosiddetta e sedicente "ufficiale" specie dei testi di storia scolastici della attuale Massonica, Ebraica, Rothschildiana "Repubblica Italiana".

Il Cardinale Principe Fabrizio Ruffo di Calabria fu certamente un uomo di mente, di coraggio e di capacità eccezionali anche nei suoi tempi eccezionali, e certamente in Italia edin Europa tutta, allora, non vi fu nessun uomo politico italiano, né del sud, né del nord, né europeo che avesse lontanamente la sua statura intellettuale e morale e potesse reggere minimamente il confronto con lui che seppe quasi dal nulla organizzare un esercito che assolutamente primo in Europa e nel mondo intero seppe battere l’esercito Francese del grande Napoleone Bonaparte, dando l’esempio geniale, concreto e vittorioso a tutta l’Europa ed al Mondo Intero di che cosa fosse la Guerra di Popolo e che cosa potesse realizzare un Esercito di Popolo di Italiani del Sud che poteva vincere dove prestigiosi eserciti “di mestiere” come quelli austriaco, prussiano, russo, spagnolo ed inglese, avevano miseramente fallito. 

Eppure le mezzecalzette della ipocrita e sedicente storiografia “patria” “itagliana”, massonica, ebraica e rothschildiana, ancor oggi, dopo più di duecento anni dalle imprese leggendarie del Cardinale Ruffo e del suo Cattolicissimo Esercito della Santa Fede, fanno a gara ad ignorarlo o a denigrarlo ferocemente e così facendo, per certi versi ne attestano, sia pure in negativo, la sua eccezionalità e la sua oggettiva grandezza ed attestano anche il reale e grande timore che ancor oggi le sue famose e gloriose grandi imprese di allora suscitarono in quel tempo in tutta Europa e suscitano ancora adesso negli animi faziosi di coloro che odiarono ed odiano la Libertà, l’Indipendenza e la Buona Fortuna del Popolo dell’Italia Meridionale e del Popolo dell'Italia tutta.

A proposito infatti del’Esercito della Santa Fede costituito dal Cardinale Ruffo ed a proposito delle Insorgenze dei Patrioti dell’Italia Meridionale che combattevano legittimamente contro l’invasore esercito Francese al seguito di Napoleone Bonaparte, la storiografia cattedratica ed ufficiale dello Stato massonico che a suo tempo conquistò e ridusse a colonia l'Italia del Sud nel 1861 e fino ai nostri giorni, è vergognosamente e spudoratamente ricca di omissioni, menzogne, insulti, offese, diffamazioni e calunnie che fanno proprio e ricalcano pedissequamente ed in modo servile il risentito punto di vista straniero degli sconfitti invasori massoni francesi o l'interessato disinteresse degli ambigui alleati massoni inglesi..

Infine, notevolissima è anche la contraddizione tra il fatto che mentre in Spagna le Insorgenze e gli Insorgenti del Popolo Spagnolo, del medesimo periodo storico degli Insorgenti di tutta Europa e della stessa Italia Meridionale, contro l’esercito invasore francese del medesimo Napoleone Bonaparte, vengano trattati come patrioti, eroi e martiri valorosi perfino ed appunto da artisti di grande fama mondiale come Francisco Goya nel suo famosissimo quadro del “3 maggio 1808” che è ancora oggi una delle opere di pittura più pubblicizzate e quindi conosciute, ammirate e celebrate nel Mondo...


"3 Maggio 1808",  anche conosciuto come "El tres de mayo de 1808 en Madrid" o "Los fusilamientos de la montaña del Príncipe Pío" o "Los fusilamientos del tres de mayo", è un dipinto olio su tela (266x347 cm) di Francisco Goya, realizzato nel 1814 e conservato nel Museo del Prado di Madrid.
In Italia invece, cosa assolutamente incredibile e del tutto rivoltante ed intollerabile, gli Insorgenti antinapoleonici del Meridione d’Italia, del tutto identici ed equivalenti agli stessi Insorgenti antinapoleonici di tutte le altre Nazioni del resto d'Europa, vengono del tutto discriminati e trattati come delinquenti senza onore, criminali senza idealità e feccia umana barbara, incivile ed indegna di qualsiasi rispetto.

Anzi si giunge all’assurdo che nello stesso territorio della formalmente "unitaria" e "democratica" "Repubblica Italiana", e perfino in alcuni suoi libri di storia scolastici, per quanto riguarda Andreas Hofer e gli Insorgenti antinapoleonici dell’Alto Adige, Sud Tirolo per gli austriaci, vi sono celebrazioni, feste e monumenti ufficiali con finanziamenti pubblici in lode e gloria, anche se egli fu sconfitto e giustiziato dai Francesi come un bandito.
http://it.wikipedia.org/wiki/Andreas_Hofer


Monumento ad Andreas Hofer ad Innsbruck in Austria
Nel Sud Italia invece... Nulla!: Nessun testo, nessun monumento ufficiale ricorda o celebra le imprese... vittoriose... degli Insorgenti Cattolici Italiani Meridionali antinapoleonici e del loro glorioso Esercito della Santa Fede con a Capo il Cardinale  e Generale Fabrizio Ruffo Principe di Calabria che riconquistarono l'intero Regno di Napoli.

Per colmo di spregio, all'estero l'opera di denigrazione degli eroi Italiani Meridionali del 1799 ebbe grossi finanziamenti, specie in Francia, ad opera dei reduci dell'Armèe a cui, evidentemente, bruciava sempre moltissimo, quella prima durissima sconfitta nell'Italia del Sud.

Seguendo l'andazzo del tempo, il compositore francese Auber si ispirò alla figura del più leggendario Insorgente Italiano Meridionale, il famoso Michele Pezza detto Fra Diavolo, temuto capo sanfedista e che divenne, dopo la morte, un eroe popolare o un volgare bandito di strada ,famoso o famigerato, ammirato o disprezzato,  amato ed odiato in tutta Italia, tutta Europa ed in tutto il Mondo.

Auber, secondo le convenienze ideologiche e scioviniste dei suoi risentiti committenti, senza molti scrupoli,  declassò il Partigiano e Combattente, da Guerrigliero e Patriota a volgare Bandito e Brigante, e compose un 'opera: "Fra Diavolo", appunto, che ebbe la sua Prima rappresentazione a Parigi, all'Opéra-Comique, il 28 gennaio 1830.


Fra' Diavolo: cartolina illustrata in vendita ad Itri, in Terra di Lavoro.


Non fu quindi un intento apologetico delle Insorgenze che mosse Auber; anzi tutto il contrario.

A Londra nel 1857, addirittura il libretto fu tradotto in italiano per creare l'occasione per saldare "culturalmente" Massoni Francesi, Inglesi e fuoriusciti Italiani, come il Mazzini, e preparare il terreno per l'attacco finale e decisivo, nell'approssimarsi del fatale 1860, contro il Regno Due Sicilie.

Anche il Razzismo Lombrosiano e Talmudico di certi settori molto potenti della Massoneria Americana, fortemente antitaliani ed anticattolici, nel 1933, ad Hollywood, non vollero perdere l'occasione di buttar fango sul "malvagio bandito" Italiano Meridionale: Fra Diavolo,... usando i comici "Cric e Croc", detti anche  "Stanlio ed Ollio", ovvero  Stan Laurel ed Oliver Hardy,  sulla falsariga dell'opera lirica del francese Auber del 1830.

Come mai le "Major" di Hollywood non fecero una operazione a favore del Ribelle Italiano Meridionale "Fra Diavolo"?, mentre la fecero a favore del Ribelle Inglese "Robin Hood", impersonato da Errol Flinn; del Ribelle Messicano "El Zorro", impersonato da Tyrone Power; del Ladro ed Avventuriero Iracheno Alì Babà, impersonato da Douglas Fairbanks; o e dell'Astuto Irregolare Afghano Mahbub Alì, impersonato anch'esso  da Errol Flynn; e perfino del Ribelle Marocchino "figlio dello Sceicco Bianco" fatto impersonare, per dispetto e non per caso, proprio all'Italiano Meridionale Rodolfo Valentino?

Le vie del razzismo sono infinite, ed anche ridendo e scherzando, Hollywood cercò di far del male e sul serio agli Emigrati Italiani Meridionali che avessero sognato di ribellarsi contro l'autorità Massonica , Ebraica, Rothschildiana dello Zio Sam, chiarendo che "tutti" i ribelli, "banditi" e "briganti" del Mondo erano buoni e simpatici... tranne quelli Italiani Meridionali.

Si può constatare come estremamente singolare, incredibile ed insopportabile che, mentre giustamente i combattenti patriottici antinapoleonici dell’esercito Russo che si batterono valorosamente contro i Francesi a Borodino alla Battaglia della Moscova il 7 settembre 1812 furono celebrati al punto che in Russia ed in tutto il Mondo:

- ancor oggi le gesta valorose di quei Patrioti Russi sono immortalate nel romanzo di Tolstoj, Guerra e pace, all’interno del quale  la battaglia fu descritta magistralmente;

- e mentre le gesta dei Combattenti Russi echeggiano ancora nelle note bellissime del famoso Poema Sinfonico “Ouverture 1812”, op. 49  detto anche “l’Eroica” o “Borodino”, che Piotr Ilic Ciaikovski sentì di dover comporre in loro onore, anche se a distanza di più di mezzo secolo  nel 1880...

Qui in Italia, invece, e, quel che è peggio, in Italia del Sud, per ottusa, miope e meschina faziosità vi sono ancora personaggi, appunto incredibilmente squallidi, sciocchi e maligni che, a pro di forze e di interessi stranieri che odiano e disprezzano proprio il Meridione d’Italia, dopo più di duecento anni,  fanno tutt’oggi squallidamente a gara a vilipendere i valorosissimi Patrioti dell’Esercito della Santa Fede del nobilissimo Cardinale e Generale Fabrizio Ruffo Principe di Calabria.

E' più che certo che a suo tempo furono scritti romanzi famosi, furono dipinti quadri bellissimi, furono composte opere sinfoniche e liriche grandiose in onore della vittoria dell’Esercito della Santa Fede e del suo grande condottiero Fabrizio Ruffo di Calabria, perché  avevano saputo, con mezzi improvvisati e particolarmente limitati,  compiere una impresa, straordinaria fino ai limiti dell'incredibile, battendo l’agguerritissimo esercito straniero francese e riconquistando un intero Regno, che ormai, stando alle apparenze, sembrava irrimediabilmente perduto.

Si tratta solo di avviare e sostenere opportunamente le dovute ricerche, e certamente le opere di allora ritorneranno a nuova vita; è assolutamente impensabile ed impossibile che a quel tempo non vi sia stato chi, in tutti i modi, in Italia ed anche all’estero non abbia celebrato simile grande impresa militare e politica degli Italiani del Sud.

E se anche non si dovesse trovare più nulla, e se anche non vi dovesse essere mai stato nulla, allora bisognerebbe  che anche se a distanza di più di duecento anni si facesse e si promuovesse noi, Italiani del Sud di oggi, ed Italiani tutti, l’equivalente di quel che fecero Goya, Tolstoi, Ciaikovski e tantissimi altri; e questo affinché non sia persa la sacra memoria di quei prodi e valorosissimi nostri antenati.


Con questo scritto quindi, si invitano tutti i simpatizzanti a voler collaborare a costruire un punto di riferimento organizzativo facendo anche riferimento al gruppo facebook "IL GENERALE, CARDINALE, PRINCIPE FABRIZIO RUFFO DI CALABRIA", che produca e promuova degli “eventi” culturali e civici che commemorino quelle imprese gloriose degli Italiani del Sud, e del loro invitto Esercito della Santa Fede e del loro Grande, Glorioso e Patriottico  Cardinale Generale e Principe Fabrizio Ruffo di Calabria.